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Incolpare gli altri è facile

Quando incolpiamo, infatti, immediatamente smettiamo di ritenerci responsabili. Incolpare gli altri è l’opposto di essere responsabili. E, lo sappiamo bene, essere responsabili significa prendersi carico di ciò che si è fatto o di mancanze, di ciò che abbiamo sbagliato e di ciò che dovremmo correggere. 

Tutto questo comporta ammissione e fatica! 

L’assurdo è che chi ha la tendenza a incolpare gli altri, riesce puntualmente ad elaborare un’accurata analisi dei fatti, individuando criticità, limiti e potenzialità; tutte condizioni che lo porteranno ad attribuire le cause di un proprio errore o limite esclusivamente all’esterno, perdendo ulteriore tempo, investendo energie che potrebbero essere spese meglio, magari per trovare una soluzione al proprio errore evitando che debbano altro altri pregiudicando il risultato e la produttività. 

Invece, spesso, si innesca un meccanismo quasi perverso: “ribattere”, come in una partita a pallavolo (e qui Velasco è stato “maestro”) le colpe ricevute in un incessante rimpallarsi di responsabilità. Ù

Questa tendenza in ambiente lavorativo è devastante: crea conflitti tra le persone, altera gli equilibri, genera confusione, apagarne le spese è il clima aziendale, la produttività, l’azienda insomma.

Si finisce per far diventare gli errori degli altri un alibi per coprire anche problemi generati dal nostro lavoro e pensare che tutto si risolva trovando “il colpevole”, anche perché nella maggior parte dei casi, nessuno si mette in discussione per capire cosa può o deve fare di meglio.

Invece di dare per scontato o pretendere che gli altri debbano lavorare bene e che, se non lo fanno, allora siamo autorizzati a commettere o quantomeno giustificare, a nostra volta, degli errori, dovremmo immaginare che il lavoro che ci arriva dagli altri può avere dei problemi, delle mancanze, dei difetti e che, nonostante questo, noi possiamo fare bene la nostra parte di lavoro aiutando, anzi, a rimediare all’errore o al difetto altrui.

Tutto questo non vuol dire, ovviamente, che tutti sono autorizzati a fare errori, tanto qualcun altro poi è bravo se rimedia, così come non vuol dire che non vanno evidenziati gli errori per capire come risolverli e prevenirli in futuro.

 
Se imparassimo tutti a rimediare anche agli errori altrui, invece di limitarci ad incolpare, forse:

  • i risultati finali che riusciremmo a produrre con il nostro gruppo di lavoro sarebbero migliori;
  • si ridurrebbero i conflitti e le frustrazioni che, inevitabilmente, si generano durante la “caccia al colpevole” e nascerebbe, al contrario, un energetico spirito di solidarietà;
  • avremmo tutti degli ottimi stimoli per sviluppare nuove competenze ed abilità che si allenano proprio nelle difficoltà.


 
Saper lavorare è anche non crearsi alibi cercando colpevoli!

27 Novembre 2021 News